Bear market: cos’è, quanto dura e quali sono i rischi

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Bear market: cos’è, quanto dura e quali sono i rischi
Finanza e mercati

Del bear market abbiamo tutti avuto un assaggio nelle scorse settimane: l’inflazione rampante, lo spettro dell’aumento dei tassi di interesse e la guerra in Ucraina hanno messo a dura prova i mercati finanziari, in particolare quello europeo e americano.

Al momento, pare che il peggio sia passato e si stanno facendo largo i primi cenni di ripresa. I principali indici hanno ripreso a salire, ma ciò non toglie che il bear market abbia instillato molti dubbi e paure tra gli investitori. Senza contare che non è ancora detta l’ultima parola: le misure di contenimento dell’inflazione adottate dalle Banche centrali, l’aumento generale dei prezzi, le incertezze legate all’evoluzione del conflitto russo-ucraino e, non da ultimo, l’impennata dei costi dell’energia, impongono ancora di stare all’erta.

Proprio per questo, abbiamo deciso di dedicare il nostro post di oggi al bear market, ovvero il mercato ribassista. Come si dovrebbero comportare investitori e trader di fronte a un calo generalizzato delle borse? Esistono dei modi che consentono di guadagnare anche quando il trend è al ribasso? Cosa si rischia esattamente? Continua a leggere e troverai tutte le risposte!

Cos’è il bear market

Il bear market – tradotto letteralmente in italiano, mercato degli orsi – è appunto il mercato ribassista. Si contraddistingue per un calo generalizzato dei corsi azionari, si protrae per un periodo che può essere più o meno lungo ed è quasi sempre accompagnato da una prospettiva tendenzialmente negativa riguardo alla futura evoluzione dei mercati.

Uno dei sistemi più comunemente utilizzati per riconoscere un bear market è il famoso death cross, che si verifica quando la media mobile a 50 giorni incrocia verso il basso la media mobile a 200 giorni.

La media mobile non è altro che la media dei prezzi, generalmente di chiusura, di un indice, un titolo, o un altro strumento finanziario calcolata su x periodi. Con il passare del tempo, vengono aggiunti i nuovi periodi, mentre i meno recenti non vengono più presi in considerazione. Per questo motivo viene detta “mobile”.

Nel momento in cui osserviamo un death cross sul grafico di un indice rappresentativo di un certo mercato, in genere possiamo dire che quel mercato è entrato in un bear market.

Bear market vs. bull market: la differenza

Bear market e bull market sono l’uno l’opposto dell’altro. Se il primo corrisponde a un mercato ribassista, il secondo coincide invece con il mercato rialzista, in cui si osserva un aumento tendenzialmente regolare e costante dei prezzi.

Benché, come vedremo meglio tra poco, investire e realizzare profitti in un bear market sia comunque possibile, operare in un bull market risulta senz’altro più intuitivo, in particolare per i meno esperti. Per la maggior parte di noi, appare infatti molto più naturale realizzare un guadagno da un titolo che sale, piuttosto che da uno che scende.
Bear market vs. bull market

Quanto dura un bear market

In base ai dati pubblicati dal sito di Hartford Funds, un bear market si verifica all’incirca ogni 3,6 anni e la sua durata media è di 9,6 mesi. Detto questo, stimare anticipatamente la durata di ciascun bear market è un’impresa molto difficile. Medie a parte, la durata effettiva può andare dalle poche settimane a un anno o forse più.

I bear market tendono comunque a essere più brevi dei bull market che durano in media poco meno di tre anni.

C’è poi anche da dire che a ogni bear market segue un nuovo bull market. In base ai dati riportati da Investopedia, ai death cross sull’indice NASDAQ segue generalmente una ripresa con un aumento dei prezzi che raggiunge il 12% nei sei mesi successivi. Questo significa che, se nel breve termine occorre essere molto cauti e restare di preferenza fuori dai mercati, su un orizzonte temporale di medio e lungo termine il bear market può costituire un’opportunità di investimento anche per chi preferisce evitare operazioni di vendita allo scoperto e strumenti derivati.

Cosa vuole dire essere bearish

In buona sostanza, essere bearish significa aspettarsi un calo del prezzo di un titolo o di un indice e posizionarsi di conseguenza sul mercato.

Come abbiamo anticipato, è infatti possibile realizzare profitti anche in un bear market, vendendo allo scoperto azioni o altri prodotti finanziari, oppure avvalendosi di appositi strumenti derivati.

Facciamo un esempio semplicissimo di strategia short, ovvero di vendita allo scoperto. In questo modo ti sarà più facile capire di cosa stiamo parlando.

Mettiamo che le nostre previsioni per i prossimi mesi sul titolo X siano ribassiste. Per realizzare un potenziale guadagno, potremmo procedere in questo modo: otteniamo in prestito 20 azioni di X dal nostro broker e le vendiamo oggi sul mercato al prezzo di 100 euro (quindi in totale 2.000 euro). Tra tre mesi dovremo restituire le azioni al broker e, per poterlo fare, andremo a ricomprarle sul mercato. Se, come abbiamo ipotizzato, in questo lasso di tempo il loro prezzo sarà sceso, mettiamo a 85 euro, allora avremo realizzato un guadagno.

Ricapitolando: abbiamo ottenuto in prestito 20 azioni di X e le abbiamo vendute sul mercato al prezzo di 100 euro. Trascorsi tre mesi, il prezzo è sceso e noi siamo andati a ricomprarle al prezzo di 85 euro per restituirle al broker. La differenza tra il prezzo a cui le abbiamo vendute tre mesi prima e il prezzo di acquisto odierno costituisce il nostro margine di profitto: (100-85)*20 = 300 euro.

Short selling (vendite allo scoperto): quali rischi si corrono

Nell’esempio precedente, abbiamo volutamente semplificato il più possibile, in modo da farti capire il funzionamento di questo tipo di operazioni. In realtà però, le cose sono tutt’altro che semplici: le vendite allo scoperto sono innanzitutto molto rischiose, in quanto si è tenuti a restituire delle azioni che non si possiedono in portafoglio e il prezzo potrebbe evolvere contro le previsioni in modo inaspettato. Secondariamente, sono soggette a tutta una serie di regole che riguardano il margine di garanzia richiesto dai broker.

Per questi motivi, tali strategie non sono adatte agli investitori e ai trader amatoriali, meglio lasciarle ai professionisti del settore. Lo scopo del nostro esempio era semplicemente quello di mostrarti come sia possibile realizzare profitti anche in un bear market.

In questo post abbiamo visto cos’è il bear market, quali caratteristiche presenta e quali sono le possibilità a disposizione dei professionisti per operare in un mercato di questo tipo.

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