La tanto temuta seconda ondata di Coronavirus è arrivata e non sta tardando a produrre i suoi effetti: i contagi sono in aumento in tutta Europa e i governi cercano di correre ai ripari introducendo nuove restrizioni e nuovi lockdown, anche se più mirati rispetto alle chiusure generalizzate della prima parte dell’anno.
L’impatto sulle borse è stato inevitabile. È all’incirca dalla metà del mese di ottobre che assistiamo a un nuovo calo generale delle quotazioni. Ma secondo molti esperti le conseguenze di questa seconda ondata saranno meno pesanti rispetto alla prima e, almeno per il momento, gli accenni di ripresa che si stanno manifestando proprio in questi ultimi giorni sembrerebbero confermarlo.
Nel post di oggi parleremo dei possibili scenari che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi, ma soprattutto approfondiremo i principali motivi per cui molti ritengono che questa volta i mercati reggeranno meglio il colpo.
Coronavirus: seconda ondata e mercati in calo
Ancora una volta, la nuova ondata di Coronavirus non ha risparmiato le borse. Vediamo insieme qualche cifra in modo da farci un’idea più chiara di quanto sta accadendo. Basta guardare ai dati dello scorso 15 ottobre per rendersi conto della situazione: gli indici più rappresentativi dell’andamento delle borse europee hanno registrato dei cali variabili tra il -2,29% del FTSE 100 (l’indice azionario che raggruppa le 100 società a maggiore capitalizzazione quotate al London Stock Exchange) e il -2,96% del Dax (il principale indice azionario della borsa tedesca).
Eppure, proprio in questi ultimi giorni stiamo osservando una controtendenza: il 2 novembre il FTSE 100 ha chiuso a + 1,39%, mentre il Dax a + 2,01%. Un segnale positivo che non riguarda soltanto gli indici che abbiamo scelto a titolo di esempio, ma tutti i principali mercati europei e non solo.
È ancora presto per sapere come evolverà la situazione nelle prossime settimane. A prescindere da questo, non possiamo che fermarci a riflettere su questi ultimi dati. In Europa, la situazione a livello economico e sanitario non ha per il momento visto miglioramenti significativi ed è tutt’altro che stabile. E allora come possiamo spiegare questa risposta positiva dei mercati?
Perché i mercati dovrebbero reggere meglio alla seconda ondata
Il segnale rialzista di cui abbiamo appena parlato si sta verificando proprio in questi giorni e di conseguenza non disponiamo ancora di elementi sufficienti per comprendere a cosa possa essere dovuto.
Resta il fatto che sono in molti a prevedere che l’impatto sui mercati questa volta sarà meno pronunciato rispetto alla prima ondata. Come mai? Non potevamo astenerci dall’indagare sulla questione e alla fine abbiamo raccolto un elenco di possibili ragioni:
· Governi e banche centrali questa volta non sono stati colti completamente alla sprovvista. Al contrario della prima ondata, la seconda era nell’aria e in buona parte prevedibile. Se nella prima parte dell’anno le conseguenze sul sistema economico erano molto difficili da prevedere, ora sembra esserci una maggiore fiducia riguardo alla capacità di fronteggiare la situazione.
· Nel corso della prima ondata, le banche centrali hanno dimostrato di avere a disposizione tutta una serie di strumenti che si sono rivelati efficaci nel contenimento della crisi. Intervenendo con acquisti massicci di titoli, sono riuscite a garantire la liquidità dei mercati finanziari e hanno sostenuto i Governi nell’erogazione di finanziamenti straordinari.
· La crisi da Coronavirus è in primo luogo una crisi sanitaria, non economica. E proprio questo dato di fatto potrebbe contribuire a spiegare la rapidissima ripresa dei mercati a cui abbiamo assistito fino a poche settimane fa. Certo, se lo stato di emergenza dovesse perdurare, le conseguenze a livello economico e sui mercati si farebbero sentire anche nel lungo termine. Molto dipenderà dalle evoluzioni a cui assisteremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, ma per il momento i mercati stanno dando maggiori segni di fiducia rispetto alla prima ondata.
Seconda ondata e borse in rialzo: il ruolo delle forze di mercato
Prima di concludere, torniamo per un momento ai rialzi di questi primi giorni di novembre. Abbiamo detto che è ancora presto per spiegare il fenomeno. Questo però non ci impedisce di avanzare un’ipotesi che non riguarda tanto l’andamento dell’economia, ma che si limita ad analizzare le forze che si incontrano e si scontrano sui mercati finanziari.
Capita a volte che le borse non rispecchino quanto sta accadendo nell’economia reale e che vengano più che altro guidate dalle forze di mercato, dall’incontro tra domanda e offerta e dall’andamento delle quotazioni. Molti investitori guardano ai mercati con un unico obiettivo: acquistare un titolo quando la sua quotazione è bassa per poi rivenderlo a un prezzo più alto. Da un certo punto di vista, più un calo è significativo, più in quel momento gli investitori incrementano le loro possibilità di guadagno. Perché, se le società emittenti sono sufficientemente solide, prima o poi le quotazioni risaliranno. Ed è proprio questo il motivo per cui generalmente a un calo segue sempre una ripresa: quando la quotazione di un titolo scende al di sotto di un certo livello, gli investitori cominciano a drizzare le antenne e, se prevedono una risalita nel prossimo futuro, comprano. Comprando generano un aumento della domanda e di conseguenza il prezzo sale.
Questo è sostanzialmente uno dei meccanismi che determinano l’andamento dei mercati finanziari. Tieni presente che abbiamo semplificato molto, proprio per cercare di far passare il messaggio nel modo più chiaro possibile. Soprattutto, non sappiamo se effettivamente sia questa la ragione del segnale rialzista di questi giorni. Resta il fatto che, quando cerchi di analizzare un mercato e di prevederne l’evoluzione, devi considerare anche il comportamento, a volte irrazionale, dei suoi investitori.
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