Forse ricorderai che, qualche tempo fa, avevamo già parlato dell’eventualità di un aumento dell’inflazione nel prossimo futuro. Nel corso dell’ultimo periodo abbiamo infatti assistito a una crescita generalizzata della domanda da parte dei consumatori, senza che la produzione – rallentata dalla crisi pandemica – riesca per il momento a farvi fronte.
Questa situazione si traduce generalmente in un aumento dei prezzi, che del resto abbiamo già potuto constatare per determinate categorie di beni. In base all’opinione della Federal Reserve, si tratterebbe di un fenomeno temporaneo, dovuto alla ripresa economica dopo la pandemia.
Anche se forse questa volta l’inflazione non sarà destinata a durare, è anche vero che molti investitori si sono già messi sull’attenti e hanno cominciato a vendere le loro quote azionarie. È ancora presto per sapere come evolverà la situazione: i principali indici di borsa mantengono per il momento un trend positivo, che è però messo sotto pressione da consistenti volumi delle vendite.
Ma perché gli investitori vendono le loro azioni quando temono un aumento dell’inflazione? Vogliamo spiegartelo in questo post, in cui parleremo anche degli investimenti rifugio verso cui orientarsi in presenza di un aumento generalizzato dei prezzi!
Quali sono le armi per combattere l’inflazione
Per capire meglio cosa succede sui mercati, dobbiamo innanzitutto comprendere la natura degli interventi messi in atto dalle banche centrali per tenere l’inflazione sotto controllo.
Le misure che possono decidere di prendere sono in realtà di diverso tipo, ma la più frequente consiste nell’aumentare i tassi di interesse. Il problema alla base dell’inflazione è infatti proprio questo: i consumatori vorrebbero acquistare più di quanto non sia attualmente disponibile sul mercato. L’offerta non basta a soddisfare la domanda e ciò si traduce in una crescita dei prezzi. Aumentando i tassi di interesse, le persone sono maggiormente incentivate al risparmio e tendono a spendere meno, riducendo i loro acquisti di beni e servizi. Di conseguenza, domanda e offerta tendono a riequilibrarsi tra loro.
Se ti interessa saperne di più sui meccanismi che regolano questo fenomeno, leggi anche il post: L’inflazione spiegata in parole semplici.
Fatta questa premessa, andiamo ora a vedere quale impatto l’inflazione e gli interventi delle banche centrali producono sui mercati azionari.
Perché l’inflazione scoraggia gli investimenti azionari
Molto spesso, la prospettiva di un aumento dell’inflazione nel prossimo futuro genera vendite massicce di azioni sui mercati. Questo avviene principalmente per due motivi:
· Gli investitori si attendono un aumento dei tassi di interesse e di conseguenza anche della redditività di obbligazioni e altri investimenti a tasso fisso. In una situazione del genere, i capitali tendono a spostarsi dagli investimenti azionari verso quelli a reddito fisso, anche perché questi ultimi sono considerati meno rischiosi dei primi.
· Quando ci troviamo in presenza di inflazione, le aziende – e quindi anche le società quotate in borsa – possono andare incontro a delle conseguenze negative, in particolare nel breve termine. Ciò è sostanzialmente dovuto all’aumento dei prezzi delle materie prime e degli altri costi fissi. In un secondo tempo, questo aumento viene in genere compensato dalla crescita dei prezzi dei beni destinati al consumo. Tuttavia, è probabile che nel breve termine si formi uno squilibrio destinato a tradursi in una temporanea diminuzione degli utili, e quindi anche del rendimento per gli azionisti.
Investire con l’inflazione: tre modi per tutelarsi
Cosa possono fare gli investitori per tutelarsi al meglio contro il rischio di inflazione? In questo paragrafo vogliamo presentarti tre investimenti rifugio che vale la pena di considerare.
1. Gli investimenti immobiliari: con l’inflazione, anche i prezzi degli immobili sono destinati a crescere, il che significa che domani potranno essere rivenduti a un prezzo più alto rispetto a quello pagato oggi per acquistarli. Questo può rivelarsi un primo modo efficace per preservare il valore reale del proprio capitale. Un discorso molto simile può essere fatto anche per gli immobili a reddito: con l’inflazione gli affitti tendono ad aumentare e in futuro sarà possibile incassare rendite più elevate rispetto a oggi.
2. L’oro e i metalli preziosi in genere: possiamo annoverarli tra gli investimenti rifugio per eccellenza. In tempi di inflazione, molti investitori si orientano sull’acquisto di oro e altri metalli preziosi, portando a un aumento del loro prezzo. Se acquistati al momento giusto, possono quindi rivelarsi un buon modo per tutelarsi da questo fenomeno.
3. Le obbligazioni indicizzate all’inflazione: abbiamo già visto come, in periodo di inflazione, i capitali tendano a spostarsi verso gli investimenti obbligazionari. Esiste tuttavia un rischio connesso con l’acquisto di obbligazioni a tasso fisso proprio perché, se l’inflazione dovesse continuare a crescere nel tempo, il valore reale del rendimento versato ai risparmiatori andrebbe a diminuire. La stessa cosa accadrebbe al prezzo di mercato se i tassi di interesse dovessero aumentare. In questo caso, le nuove emissioni risulterebbero più attrattive per gli investitori e il prezzo delle obbligazioni emesse precedentemente scenderebbe di conseguenza.
Questo problema può però essere evitato orientandosi sulle obbligazioni indicizzate all’inflazione. In questo caso, il rendimento viene adeguato periodicamente al tasso di inflazione, di modo che i risparmiatori non subiscano le conseguenze di una riduzione del suo valore in termini di potere d’acquisto. Un esempio di questo tipo di prodotti finanziari è costituito dai Btp indicizzati all’inflazione europea: sia gli interessi che il capitale restituito alla scadenza vengono adeguati in base all’evoluzione dell’inflazione.
Nell’articolo di oggi abbiamo spiegato perché l’inflazione rende gli investimenti azionari meno attrattivi e quali sono le principali alternative a disposizione di investitori e risparmiatori.
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