In alcune zone del mondo, la scarsità di acqua potabile assume il carattere di una vera e propria emergenza. Secondo i dati forniti dall’ONU, le persone che non possono contare su un accesso sicuro e regolare a fonti di acqua pulita sono circa 850 milioni. Va da sé che questa mancanza causi gravi problemi per la salute, favorendo la diffusione di infezioni e malattie, con conseguenze anche fatali soprattutto tra i bambini.
Il problema è noto, ma la necessità di garantire l’accesso all’acqua pulita e di ottimizzare gli sprechi è sempre più sentita anche alle nostre latitudini. Il fabbisogno di acqua aumenta costantemente mentre, si sa, le risorse naturali tendono a scarseggiare sempre di più.
Le water startup nascono proprio nell’ottica di risolvere questo tipo di problematiche, ovvero di trovare dei sistemi per la depurazione delle acque reflue, l’ottimizzazione degli impianti di irrigazione, la riduzione dei consumi e la potabilizzazione dell’acqua.
Nell’articolo di oggi – l’ottavo della nostra post series dedicata ai settori in cui operano le startup innovative – abbiamo deciso di concentrarci su queste sfide fondamentali per il nostro futuro e quello del nostro pianeta.
Acqua pulita: le sfide del presente e del futuro
Le water startup si pongono l’obiettivo di implementare sistemi sostenibili per l’utilizzo delle risorse idriche. La loro attività si inserisce nel quadro più ampio del Cleantech, ovvero l’impiego delle nuove tecnologie per ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi, gli sprechi e produrre energie rinnovabili all’insegna della sostenibilità.
Il consumo d’acqua pone problematiche sempre maggiori anche a fronte dei periodi di siccità, negli ultimi anni più lunghi e frequenti rispetto al passato a causa del cambiamento climatico.
Secondo quanto riportato dal sito Greenreport, in Italia si consumano annualmente più di 26 miliardi di metri cubi d’acqua, la maggior parte dei quali viene utilizzata in ambito agricolo e industriale. Resta il fatto che noi italiani siamo il popolo europeo che consuma più acqua potabile.
Se da un lato si pone senz’altro la necessità di diffondere una maggiore consapevolezza rispetto al consumo d’acqua, dati alla mano questo comunque non basterebbe a fronteggiare in modo efficace tutte le problematiche di cui abbiamo appena parlato: occorre introdurre nuovi processi che permettano di ottimizzare l’impiego delle risorse idriche, migliorare il recupero delle acque reflue e ridurre i consumi su larga scala.
In tutto questo, c’è da dire che il mondo delle startup si sta dando parecchio da fare e non mancano neppure gli incubatori specificatamente dedicati alle nuove aziende che nascono per dedicarsi a questo settore. Nel prossimo paragrafo daremo uno sguardo più da vicino a queste realtà: ti proporremo un breve elenco di water startup – alcune di queste nate in Italia – e vedremo insieme di cosa si occupano.
Water startup: ecco chi sono
Entriamo dunque nel vivo della questione guardando più da vicino alle vere protagoniste del nostro articolo: le start-up innovative che sono all’opera per fare la differenza nella gestione delle risorse idriche. Come puoi immaginare, proporti un elenco esaustivo all’interno di questo post sarebbe una cosa impossibile: non stupisce che, vista l’urgente necessità di trovare soluzioni efficaci, le startup attive in questo settore siano davvero tante. Ci siamo quindi limitati a quattro startup, giusto per darti un’idea più precisa della loro attività e delle sfide che si pongono di affrontare.
Wase: ha messo a punto un sistema innovativo per il riciclo di acque reflue e rifiuti, che vengono trasformati in acqua riutilizzabile ed energia rinnovabile. Si pone l’obiettivo di risolvere il problema delle acque non trattate che ogni giorno entrano in circolo nell’ambiente danneggiando l’ecosistema.
Smixin: è una startup svizzera che ha messo a punto uno speciale rubinetto che consente di lavare e igienizzare le mani con un risparmio considerevole d’acqua. Permette di limitare il consumo a circa un decilitro d’acqua per ogni lavaggio, contro il litro-litro e mezzo normalmente necessario.
WashOut: è una start-up italiana che propone un sistema innovativo per il lavaggio delle auto e altri veicoli senza risciacquo. Grazie all’utilizzo di speciali prodotti che consentono il lavaggio a secco, il consumo d’acqua viene notevolmente ottimizzato.
The Circle: startup italiana focalizzata sulla coltura acquaponica, che combina l’allevamento di pesci e la coltivazione di insalata ed erbe aromatiche consentendo di ottimizzare gli sprechi d’acqua e aumentare la resa agricola.
Nel post di oggi abbiamo affrontato un tema di cruciale importanza, che ci riguarda tutti da vicino: abbiamo ripercorso le principali sfide poste dalla necessità di tutelare le risorse idriche e dato uno sguardo all’attività che stanno svolgendo le startup attive in questo settore. La prossima settimana ci ritroveremo qui insieme con un nuovo articolo della nostra post series!
Ti sei perso i primi sette post dedicati ai settori in cui si concentra l’attività delle startup innovative? Eccoli qui!
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